FONTE: MOTOCORSE.COME’ un’impresa che entrerà nella storia dello sport. Nicola Dutto, assieme al suo team, è salito sul terzo gradino del podio alla Baja 1000, gara di off road difficilissima, di circa 30 ore no stop nel deserto, con partenza ed arrivo ad Ensenada. Nicola, lo ricordiamo, è il primo pilota di moto paraplegico a livello mondiale e non solo gareggia, ma lo fa ai massimi livelli. Il cuneese, in sella alla KTM Exc,ha conquistato un risultato inimmaginabile che premia l’impegno profuso da lui e da tutto il suo team, anche nei mesi precedenti la gara.
“La Baja 1000 non è solo una gara ma un’avventura lunga 1000 miglia (circa 1600 km), sia per chi corre che per chi la segue come assistenza – racconta Nicola Dutto – Il mio team era composto da uomini provenienti da nazioni diverse ma accomunati dalla stessa passione e coraggio.
Abbiamo raggiunto un risultato incredibile! Assieme a me hanno gareggiato i co-driver Julian Villarrubia, Gianfranco Ronco, Lorenzo Crivello ed inoltre Dave e Matt (miei uomini “ombra”) mentre Stefano Caputo è stato il leader all’assistenza.
Io ho corso principalmente di notte percorrendo 300 miglia (le prime 150 e le ultime 150). Sono caduto un paio di volte ma niente di grave. Al rientro sulle montagne attorno ad Ensenada e sotto una pioggia battente si è rotto il cavo del freno posteriore ed ho dovuto correre usando solo l'anteriore, cosa veramente difficile perché io per dare direzione e trazione alla moto uso principalmente il posteriore!
Sono partito da Ensenada all'1 del mattino del venerdì ed ho lasciato la moto a Julian al terzo "baja pits", sono salito in auto e l'ho seguito in assistenza fino a sud di Puertocitos sul Mare di Cortez. A Cocos Corner lui ha consegnato la moto nelle mani di Lorenzo Crivello che si è occupato di portarla sull’ oceano passando il testimone a Gianfranco Ronco che ha risalito la gara verso nord fino a Colonet. Julian a questo punto ha attraversato le montagne per lasciarmi la moto a San Matias alle 4 del mattino del sabato ed ho percorso quindi le ultime 150 miglia.
Ci vuole coraggio ad affrontare una gara come la 1000, seguendo un pilota come me , ci vuole cuore e testa! Questa esperienza ci legherà per tutta la vita, facendoci riassaporare il piacere, l’adrenalina, la tensione, il calore, la gioia la fatica della gara ogni volta che il nostro ricordo affiorerà, sperando di poter rivivere tutto questo quanto prima. Perché la Baja non si può spiegare … si deve vivere.
La felicità purtroppo è stata mitigata dal pensiero di Kurt Caselli deceduto tragicamente durante la gara, ora è nelle mani di Dio e spero continui a correre sulla sua moto.
Il mio ringraziamento va indistintamente a tutti quelli che continuano a credere in me considerandomi un atleta a tutti gli effetti”.
Anche alla Baja 1000 Nicola ha potuto contare sul fondamentale supporto di sua moglie Elena che lo segue a tutte le gare.