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Autore Discussione: [DAY 6] 90^ ISDE 6 DAYS ENDURO A KOSICE IN SLOVACCHIA 12 SETTEMBRE 2015  (Letto 3423 volte)
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« inserita:: 11 Settembre 2015, 19:42:34 »

POST PRINCIPALE RIASSUNTO SIX DAYS 2015

SOURCE: FIM ISDE 2015

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SATURDAY - FINAL MOTOCROSS KECHNEC

START of the fi rst rides from 9:00 AM , village of Kechnec (25km from Košice)
Expected FINISH at 4:00 PM





FONTE: MOTO.IT

ISDE 2015. La Francia vince la Sei Giorni di Enduro. Italia 4a
13 settembre 2015 - L’ultima giornata della 90° Sei Giorni non ha portato novità. La Francia si aggiudica il Trofeo Mondiale, all’Australia i Trofei Junior e Women. L’Italia “grande” è quarta, gli Junior sono a podio. Balletti 3^ della E3

Kosice, 12 Settembre. Con la prova di motocross disputata sul circuito di Kechnec, una ventina di chilometri a Sud di Kosice, si è conclusa la 90ma Sei Giorni Internazionale di Enduro, 102°anno della storia del confronto tra Squadre Nazionali più antico e più famoso dell’Enduro. È dal cancelletto che ha preso il via l’ultima bagarre, con gli ultimi, per lo più vani, tentativi di modificare la contorta situazione creatasi nei 5 precedenti giorni di gara.


È così che l’Australia ci ha messo il cuore, ha vinto la giornata sulla pista di motocross con quattro piloti nei primi dieci, ha anche quasi dimezzato lo svantaggio nei confronti della Francia, ma non è riuscita ad andare oltre la conferma del secondo posto maturato venerdì sera.

L’Australia non è riuscita a ricucire il ritardo, ed è la Francia che si aggiudica, qualcuno ha detto e scritto “ruba”, la Sei Giorni 2015 con la Squadra composta da Marc Bourgeois, Yamaha, Anthony Boissiere, Sherco, Loic Larrieu, Sherco, Antoine Basset, KTM, Jeremy Joly, KTM e Mathias Bellino, Husqvarna. Nessun demerito, ma un po’ di sorpresa sì. Alla vigilia i transalpini, che non potevano contare sull’apporto fondamentale di fuoriclasse come Meo, Renet e Nambotin, erano dati per spacciati, ma va a loro merito il fatto che non si sono mai dati mai per vinti. All’inizio sembrava che questa Sei Giorni dovesse essere un affare privato tra USA e Australia, ma loro, i francesi, erano già lì al terzo posto, meglio di Spagna e Italia che pure ce la stavano mettendo tutta.


Nonostante le prove stellari di Davide Guarneri e Manuel Monni l’Italia, invece, non è riuscita a battere nella spettacolare finale la Spagna, che pure ha dovuto fare a meno del contributo di Jonathan Barragan, ma torna a casa con un risultato che deve essere considerato assai più che onorevole e dignitoso. L’Italia del quarto posto di Bresolin, Guarneri, Manzi, Monni, Mori e Balletti, deve molto proprio a quest’ultimo, Oscar Balletti, che esce dalla Sei Giorni slovacca da autentico eroe nazionale. La formazione di Christian Rossi, inoltre, si accomiata dalla 90ma ISDE con una bella vittoria finale firmata dallo specialista Davide Guarneri, che debuttava all’ISDE e che ha messo in fila gli oltre 400 “sopravissuti” alle difficoltà della “maratona” dell’Enduro, dominando di conseguenza anche la giornata della E3 solitamente di “proprietà dell’australiano Sanders.
 

La Spagna è terza, e completa il podio con Francia e Australia. È di un posto, ma importante, più avanti della posizione di pertinenza che aveva conquistato il primo giorno, alla fine del quale in testa c’erano, un po’ a sorpresa ma con pieno merito, gli americani. Anche gli spagnoli portano a casa un risultato personale di rilievo, quello di Cristobal Guarrero terzo nella E1, e anche questo successo si colora marginalmente di azzurro se si pensa che Guerrero corre il Mondiale nell’italianissimo team di Max Migliorati.
 



Tanto per non dimenticare che la Sei Giorni di Kosice è stata minata dall’”affaire degli otto” squalificati il terzo giorno, diremo che nel Trofeo Junior le cose sono andate meglio, in modo lineare. Lì l’Australia di Broc Grabham, Tom Mason, Tye Simmond e del trascinatatore Daniel Sanders ha dominato largamente e senza intoppi precedendo la Svezia di un buon quarto d’ora complessivo. E lì nasce anche il risultato globale più favorevole alla nostra campagna di Slovacchia, il terzo posto conquistato dal “ragazzi” Bruschi, Pavone, Spandre e Marchelli, quest’ultimo sempre tra i migliori, che premia il lavoro e le scelte proiettate nel futuro dei tecnici italiani.


In testa dal primo giorno fino all’ultimo, la Squadra femminile australiana, portata al trionfo dalla formidabile Tayla Jones, che ha vinto tutti i giorni di gara e tutte le speciali meno una, non ha avuto alcuna difficoltà ad imporsi sulle omologhe francese e svedese, sul podio con un ritardo… orario.


Passando ai riconoscimenti di Classe, Jamie McCanney, Husqvarna, ha vinto la E1 davanti a Antony Boissiere e Cristobal Guerrero, Ryan Sipes, Husqvarna, si è aggiudicato la E2 davanti a Daniel Milner e Loic Larrieu, e Daniel Sanders, KTM, si è imposto nella E3 battendo Mathias Bellino e il nostro formidabile Oscar Balletti, in ritardo dopo 29 prove speciali di appena cinque secondi.


Per finire gli Stati Uniti. Una storia da dimenticare. O forse no... Gli americani, che non hanno mai vinto, avevano iniziato aggiudicandosi la prima giornata, e avevano un fuoriclasse scoperto dalla Sei Giorni, Kailub Russel, che prometteva di poter trascinare la sua Squadra nella Storia. Sapete come è andata, fuori Russell, poi la giornata di sospensione di Taylor Robert, e quindi il ritiro di Thad Duvall. Dal primo al penultimo posto.


Ma alla fine Ryan Sipes, trentunenne di Louisville, Kentucky, professionista dal 2004 nel Super Cross e tornato “privatone” per affrontare una nuova carriera nel GNCC, un grande potenziale ma alterne fortune sull’uno e sull’altro fronte, è la carta vincente della formazione Americana, quella che raddrizza, almeno parzialmente, la brutta mano di carte finita nella mani della Squadra del suo Paese. Oggi Ryan Sipes, infatti, oltre ad aver vinto la classe E2, è il primo Pilota Americano ad essersi aggiudicato la classifica assoluta di una Sei Giorni. Sipes è nella storia dell’Enduro, e l’America è nella storia della Sei Giorni.
 

La Sei Giorni di Kosice non finisce qui, naturalmente. Resta da discutere la questione spinosa della squalifica, poi sospesa, di Marc Bourgeois, Jeremy Joly e Anthony Boissiere, Francia, Taylor Robert, USA, Lorenzo Santolino e Cristobal Guerrero, Spagna, David Knight, Gran Bretagna, e Manuel Monni, Italia. Formalmente il “tribunale” che si occuperà della faccenda ha sei settimane per emettere il verdetto finale. Poi si potrà cominciare a parlare della 91ma edizione, assegnata alla Spagna.
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