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Autore Discussione: [NEWS ENDURO] Marzocchi chiude  (Letto 2934 volte)
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« inserita:: 23 Aprile 2015, 18:36:52 »

FONTE: MOTOCICLISMO.IT

21/04/2015
di Tarcisio Olgiati



Marzocchi chiude: fornitura alle Case solo fino a esaurimento scorte

La storica Azienda italiana è a un passo dal cessare l’attività e, smaltite le scorte, non fornirà più le forcelle alle Case che le montano di serie su moto e scooter.

120 posti di lavoro in fumo per la decisione dell’americana Tenneco, proprietaria del Marchio bolognese, di andarsene da Zola Predosa

I manager di Tenneco, multinazionale americana che dal 2008 è proprietaria del marchio Marzocchi, hanno deciso: chiude lo stabilimento bolognese dello storico Marchio italiano di sospensioni, nato nel 1949.

La notizia risale a fine marzo, ma ora arriva la conferma che, dopo un incontro coi sindacati il 14 aprile, non ci sono spiragli di luce o possibilità di chiudere la questione in altro modo. Sappiamo infatti che le Case che adottano le forcelle italiane come primo equipaggiamento (TM, GasGas, Beta e la portoghese AJP, tra quelle che fanno moto da offroad, ma ci sono molte moto stradali - ad esempio la MV Agusta Turismo Veloce o la Ducati Hypermotard -, gli scooter - come i BMW C 600 Sport e C 650 GT -, le mountain bike...) hanno ricevuto una nota in cui si comunica che Marzocchi non fornirà più le sospensioni, presumibilmente dopo l’esaurimento delle scorte.

 
IN CRISI DAL 2011

Per le 120 persone attualmente ancora impiegate a Zola Predosa (BO) non ci sono buone notizie e gli sforzi che il sindacato ha fatto da fine 2011, quando il gruppo americano aveva annunciato per la prima volta l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento bolognese, hanno sortito effetti solo parziali, che non hanno cambiato la sostanza delle cose. Anzi, 50 dei 170 dipendenti in forza nel 2011 hanno già perso il posto e l’unica cosa che si era riusciti ad ottenere erano state generiche garanzie per posticipare a metà 2015 ogni ulteriore decisione, oltre all’entrata in vigore della cassa integrazione straordinaria fino a settembre dell’anno in corso (con possibilità di esodi per chi lo volesse), dopo un primo utilizzo del contratto di solidarietà con riduzione del lavoro del 35%.

 
TENNECO: “BASTA FORCELLE”

Le motivazioni della chiusura, secondo quanto dichiarato dal management, vanno cercati principalmente nella crisi del mercato, che ha “suggerito” a Tenneco di uscire dal settore forcelle Dall’ultimo incontro tra management e sindacati non è infatti emersa la volontà di delocalizzare la produzione, ma nemmeno quella di cercare soluzioni per mantenere accesa la fiammella della speranza.

Come detto, a settembre 2015 scade la cassa integrazione straordinaria e Tenneco non ha rinnovato il contratto di affitto dello stabilimento: rimane davvero pochissimo tempo, ecco perché la Fiom chiederà l’apertura del tavolo di crisi (detto “di salvaguardia”) da parte della città metropolitana.

FONTE: ILRESTODELCARLINO.IT

Allarme Fiom: “Tenneco chiude la Marzocchi”
Martelli: “Hanno detto che intendono cessare l’attività e uscire dal settore delle forcelle”

Bologna, 27 marzo 2015 - Doccia gelata per i lavoratori della Tenneco-Marzocchi di Zola Predosa, in provincia di Bologna: il management della multinazionale Usa ha annunciato la chiusura dello stabilimento e l’uscita dalla produzione di forcelle per moto e mountain bike.

“Ce lo hanno comunicato ieri”, fa sapere Eugenio Martelli, della Fiom-Cgil: “Hanno detto che intendono cessare l’attività e uscire dal settore delle forcelle”, pur non specificando una data.

Ma alcuni indizi ci sono: attualmente nell’azienda di Zola vige una cassa integrazione straordinaria, frutto di una precedente fase di crisi, che dovrebbe concludersi a settembre (e fino ad allora per chi vuole sono possibili esodi incentivati).

Quella potrebbe essere già una ‘deadline’. Ma la Fiom di vedere scritta la parola ‘fine’ di fianco al un altro nome famoso delle aziende della terra dei motori non ne vuol nemmeno sentire parlare.

“Ci sono 100 e più posti di lavoro a rischio, la preoccupazione della Fiom e dei dipendenti è altissima. Abbiamo già detto all’azienda che non siamo affatto disponibili a stare sul piano della prospettiva che propongono e che quindi- avverte Martelli parlando alla ‘Dire’- non resteremo con le mani in mano. La Tenneco deve recedere da questa sua decisione, se non lo farà sappia fin d’ora che siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative possibili per contrastare questa scelta, comprese quelle più eclatanti”.

Cioè compresa l’occupazione dello stabilimento? “Se ci portano fin lì... Quello che posso dire- afferma Martelli- è che non possiamo permetterci di perdere 100 posti di lavoro così”.

La crisi della Marzocchi sarebbe dovuta a difficoltà di mercato, ma pesa anche la disdetta del contratto di affitto dello stabilimento. Oggi la Fiom ha informato i dipendenti della novità in una assemblea indetta in orario di sciopero e, alla fine, sono state quattre le ore di ‘fermo’ della fabbrica come prima reazione agli annunci degli americani.

Per lunedì la Fiom aspetta dall’azienda una ulteriore convocazione per proseguire nella discussione. Ma dietro l’angolo monta anche la preparazione della ‘resistenza’ alla scelta di chiudere: “Decideremo con i lavoratori quali iniziative mettere in atto”, conclude Martelli.

Già nel luglio 2013 vennero scongiurati 40 esuberi: si ritirà una procedura di mobilità per avviare un contratto di solidarietà con una riduzione media dell’orario del 35%. E grazie ad una discussione sulle prospettive e il piano industriale, i sindacati, avevano portato l’azienda a confermare gli investimenti e a dare garanzie fino alla metà del 2015. Furono previste anche verifiche su cosa viene prodotto negli altri stabilimenti europei per evitare che Tenneco portasse altrove lavorazioni caratteristiche del sito bolognese.
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