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Autore Discussione: [DAY 4] 90^ ISDE 6 DAYS ENDURO A KOSICE IN SLOVACCHIA 10 SETTEMBRE 2015  (Letto 3723 volte)
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« inserita:: 10 Settembre 2015, 23:21:45 »

POST PRINCIPALE RIASSUNTO SIX DAYS 2015

SOURCE: FIM ISDE 2015

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THURSDAY AND FRIDAY

STARTS – in intervals from 08:00 AM till approx. 10:00 AM

CROSS TEST Gelnica 48˚51´21,21´´N 20˚57´16,57´´E

ENDURO TEST Kojšov 48˚49´58,65´´N 20˚59´45,56´´E

ENDURO TEST Jahodná 48˚45´54,04´´N 21˚7´54,3´´E


FONTE: MOTO.IT

Enduro Six Days 2015. Slovacchia Day 4: Australia sempre più sola
11 settembre 2015 - Gli Aussies vincono anche la quarta giornata, l’Italia mantiene la seconda posizione, ma ormai non è più gara.
Isolati momenti di orgoglio, e una soluzione che non accontenta nessuno, tanto meno l’Enduro.

Kosice, 10 Settembre. Ryan Sipes è ancora una volta il più forte in assoluto, ma i compagni di squadra americani non potranno mai brindare alla prestazione globale, e neanche serbare un buon ricordo di questa 90° Sei Giorni. Ammesso che vogliano pensarci ancora e tornare a disputare la 91°. Piove sul bagnato. Dopo il forfait amaro di Kailub Russell, e dopo l’esclusione di Taylor Robert, Thad Duvall naviga nelle retrovie con la moto “in protezione”, lentamente, ma è anch’egli fuori gioco con la stessa sommatoria di disonore attribuito agli otto condannati del terzo giorno.

Oscar Balletti si supera e entra nella top ten con uno splendido ottavo posto assoluto, ma l’Italia seconda non batte nessuno, appena un avversario storico come la Finlandia che, terza, è lontana 15 minuti, gli stessi che pagano, più o meno, gli azzurri agli australiani dopo quattro giorni di gara.

Sipes e l’australiano Milner continuano a vincere alternativamente, botta e risposta, nell’unica classifica che vale poco, l’assoluta, e le vittorie personali sono dunque aria fritta, non servono a nulla agli americani, e poco agli australiani che devono solo tirare a campare per conquistare una vittoria di Pirro in luogo di tornare da Kovice con i frutti di una sfida epica con i “cugini”.

Colpi d’orgoglio e di coda. Come la vittoria nella seconda Speciale di David Knight, ruggito isolato di un vecchio leone che da voce più forte, così, alla sua polemica. Come la vittoria di Loic Larrieu nell’ultima PS, che in altre circostanze poteva valere l’intero orgoglio francese. O come i successi personali di Eero Remes nella E1 di giornata, bellissimo nel contesto ma che non sposta troppo la sommatoria su cui grava il ritardo incolmabile del secondo giorno, o dell’analogo successo di Milner nella E2, che non porta più di tanto al già straripante forziere australiano.

Questioni personali. Sembra che la Sei Giorni, l’Olimpiade dell’Enduro che vive del confronto tra le nazioni sia ormai ridotta ad una rassegna di spunti, di duelli e di successi personali. O ad una battaglia contro se stessi, come quella di Tayla Jones imbattibile tra le donne, o quella dell’australiano Daniel Sanders, dal secondo giorno costante vincitore della E3 e contro il quale non può nulla neanche un prossimo campione del Mondo come Mathias Bellino, che si limita a portare in alto l’Husqvarna tra i Costruttori. Molto più bello il terzo posto di Oscar Balletti, autentico idolo di una Nazionale che sta ottenendo molto più di quanto poteva sperare, con onore.

 
Ma il punto è un altro. Sinceramente non capisco. In ognuna delle sei speciali disputate anche oggi ci sono tracce, anche vistose, di condannati. Bourgeois quarto nella prima, Knight vincitore della seconda, Taylor Robert sul podio della terza, quinta e sesta, ma poi i loro nomi scompaiono dal progressivo, come caselle vuote in fondo ad una classifica che non li considera più. Sul foglio del progressivo delle penalità i loro nomi sono associati al dettaglio della sanzione, exclusion, ma continuano a muovere la classifica del Trofeo Mondiale. La Spagna, per esempio, “sale” al 19° posto, gli USA scendono al 22°, in virtù di quelle tre ore quotidiane di penalità inaugurate con il terzo giorno di gara.

Che sia per un taglio di percorso o per un controllo saltato, che sia pure per un eccesso di zelo o per una mancanza nella “frecciatura” (non sia mai), per quella voce exclusion, Francia, Spagna, Gran Bretagna e USA dovrebbero essere già a casa. Invece si continua, a quei piloti è stato "concesso" di continuare la Sei Giorni perché ci sono reclami che non possono essere discussi oggi.

Se tra quindici giorni o quindici mesi i reclami saranno accolti, da altri giudici in altro luogo, vuol dire che siamo qui a scrivere di niente, dovremo riprendere in mano tutte le classifiche e ricostruire tutta la sei Giorni a partire dal terzo giorno. Se verranno respinti tutto resterà così come si evolve oggi. Quello che non capisco è come si applicano le regole, e con quale senso di responsabilità. Se quei piloti erano da escludere, perché non lo sono stati effettivamente? Forse perché applicando la regola, se un domani i reclami venissero accolti, allora da cancellare sarebbe la 90ma Sei Giorni. Ma andando avanti così non è proprio quello che sta succedendo, con in più qualcuno che oggi può bellamente lavarsene le mani?

Magari ci sbagliamo...
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