… premessa …
… Ogni gruppo di enduristi, almeno quando stabilizzato, elegge una guida, un tipico “ cinghiale da macchia”
, quello che, per qualche motivo, ricorda i percorsi e trova le vie, anche dove gli altri si affiderebbero al cane da traccia ( che però non c’è ) …
.. per noi, “ che viviamo in una zona “ vagamente “ intrigata, tale funzione la svolge da sempre il buon EK ( che resta il punto di riferimento anche quando segue il gruppo … se ti volti e non c’è girati, hai sbagliato strada !!! ) questa funzione fa parte del suo innato modo di essere, ( troverebbe la via d’uscita anche dalle segrete di qualche antica galera ) …
.. io non sono così, sono piuttosto distratto, attratto dagli scorci panoramici, dagli elementi culturali e dal fatto che mi affido ad EK ( che è una bella comodità ) … gli altri sono, se possibile peggio, belle manette, ma che necessitano del cartellino ( riconsegnare a … ) attaccato al collo, Danny poi riesce a sbagliare strada anche quando non ci sono deviazioni possibili, infilandoci, in genere, in situazioni da ( aereosoccorso !!! ) …
… prologo con Danny …
… domenica plumbea, dopo un w.e. piovoso, ma sono due settimane che non si esce, e per le prossime due gli impegni sono ineludibili, Ste. ha rotto la CRE, EK è impegnato al lavoro, Roby …. Ok siamo noi, in alto piove, in basso ci si allontana troppo, vistoli clima, … si va per l’anello a sud, ( tanto c’è solo da stare attenti al bivio … sì sì, il secondo, no il terzo, … sì va bene tanto è quello a sinistra, è segnato … ok si và ) …
… precisazione …
… la possibilità di imboccare “ l’unico bivio “ in modo errato è rilevante, perché entrambi i sentieri, molto simili per conformazione,( larghi un palmo di nano, a sassi smossi e pietre fisse, in discreta pendenza a tornantini, bordati da un profondo precipizio ) salgono il medesimo versante, ma quello sbagliato, dopo un balzo in basso ( che in salita è roba da Solo I Migliori ) finisce sul fronte di una grossa frana, che ha trascinato a valle, per un’ampia estensione, di tutto, alberi, macigni e ruderi, formando un declivio, quasi verticale dal fondo tanto incoerente da franare a valle alla minima pressione, trascinando ciò che vi si posa e sotto c’è un salto di una sessantina di metri … ( in basso, prima del bivio la frana è segnalata ) …
… evento …
… l’unica possibilità di errore viene centrata al primo colpo !!! bravini è !! …. Sono sul limitare della frana, assolutamente poco convinto, poggio la ruota anteriore, tanto per saggiare se, eventualmente, costipato dalla pioggia, il fondo tenesse, … ( fortuna che la posteriore era sul sasso e la vegetazione a valle ben dimensionata ), la moto scivola immediatamente a valle, l’afferro per la cinghia posteriore, in bilico, sono contratto come un culturista in gara ( ma non ne ho certo il fisico ), Danny molla la moto e salta a monte per aiutarmi nel recupero, ( i 100 chili più pesanti che abbia mai spostato ) che costerà dieci minuti di fatica bestiale, la dobbiamo trascinare in verticale, mantenendo l’equilibrio precario sul declivio quasi verticale, ( c..o a terra e stivali che scivolano sul fondo cedevole ) ad ogni centimetro guadagnato ne scivoliamo a valle un’altro… un lavoraccio … che ha successo !!
… abbiamo recuperato la moto, siamo sudati come cavatori di sale, ho esaurito la scorta di the verde e sono in riserva … Danny ha avvolto la giacca ( infilandola sul manubrio ) a mò di cupolino, ma dimentica di spegnere il faro che ovviamente fonde !! …
… cotti come siamo, ci aspetta la risalita ( Solo I Migliori … se poi sono sfiniti !! ) … scatto delle foto, ma non mi accorgo del setting assurdo delle fotocamera, … siamo sotto il balzo, Danny molla una gran manata di gas, la moto si pianta come una freccetta nella parete scavata e lo proietta di lato ( a pochi centimetri dall’orrido sottostante “ una buona sessantina di metri ” ) intelligentemente molla, … issiamo la moto a braccia ( siamo oramai alle visioni mistiche nella più classica, fantozziana scenetta ) … venti minuti per risalire il balzo ( che è composto da una base de sassi scavati in verticale e tre grosse pietre sporgenti disassate, il tutto largo venti centimetri per un dislivello di sei o sette metri quasi in verticale ) si risale sul lato a monte, a piedi, o meglio in ginocchio, ancorandosi ai radi arbusti, ci si gira, c…o a terra e si trascina di un palmo alla volta la moto, sdraiata a terra, avendo cura di incastrarla ad ogni sosta … neanche giochi senza frontiere !! …
… tocca a me … sono secco come una fetta biscottata, i miei liquidi mi osservano seduti in disparte, immagino gli animali del bosco, che osservandoci, si chiedono come questa specie abbia fatto a conquistare il pianeta !!, … poi mi attacco al manubrio, dentro la prima ( non c’è possibilità di rincorsa ), ammollo una strappata all’anteriore che immagino mi rimanga in mano, la reazione delle sospensioni mi proietta fino alla seconda pietra esposta, l’avantreno scarta netto ed ho solo il tempo di schiantare la moto a monte, prima che possa completare la corsa dritta nell’orrido, … un metro più in alto e sarei andato in cima, dieci centimetri avanti e sarei andato al creatore … mi aggrappo agli arbusti e ( tecnica c..o a terra ) percorriamo il metro che separa la moto dalla cima …
… epilogo …
… mai faticato tanto per fare così poca strada, Danny parla da solo, in una lingua sconosciuta ai più, io sono chiuso in un mutismo che lascia spazio all’eco delle mie pulsazioni, ormai fuori controllo, arriviamo al bar, dove un nomade ci offre da bere ( penso … devo essere messo proprio male !! ) … telefono ad EK … quando sei in ferie ? …
[Spazio Eccessivo]
