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Autore Discussione: Uscite nei week-end Sardegna  (Letto 16364 volte)
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Mikemotoca
Utente non iscritto
« inserita:: 28 Aprile 2008, 19:47:56 »

Ragazzi, il tempo è splendido, i posti da girare sono tanti, che aspettiamo?
chi ha voglia di fare delle uscite nei giorni festivi indichi le zone che conosce e che vorrebbe far conoscere ad altri.
Io sto nell'hinterland di Cagliari, mi andrebbe bene uscire dalla zona di Simbirizzi per andare verso Maracalagonis e da lì addentrarsi verso i monti del Sette Fratelli.
Per me meglio giri soft, dato che devo fare mooolta pratica!
Dai, fatevi sentire
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gv77 mausse
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserita:: 29 Aprile 2008, 12:24:04 »

 ok  che ci racconti di bello dalla sardegna?
Registrato
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #2 inserita:: 29 Aprile 2008, 15:06:19 »

Sulla Sardegna ci sarebbe moltissimo da dire, anche solo dal punto di vista motociclistico; se pensiamo che non essendoci nebbia, gelate e neve (in particolare a quote basse),  si può andare in moto tutto l'anno semplicemente attrezzandosi in modo idoneo. Per esempio io uso la Transalp come mezzo di lavoro per soprallughi nei cantieri, ma anche per muovermi nel traffico cittadino, da gennaio a dicembre. Per non parlare poi delle strade extraurbane che, ad eccezione della superstrada Cagliari - Sassari - Nuoro, sono costituite in maggior parte da curve e in posti panoramici sul mare e sui monti (con quota max 2000 m). Se si percorrono la Bosa - Alghero o Cagliari - Villasimius, o le strade della Costa Verde, la zona di Capo Malfatano (Sud-Ovest) o tantissime altre che non sto qui a citare, ci sono bellezze da restare senza fiato a vederle, magari più avanti inserirò qualche foto che ho scattato io stesso.
Per quanto riguarda il fuoristrada, purtroppo ho poco da raccontare, dato che ho iniziato da qualche mese a praticarlo e la molla che mi ha spinto è sopratutto il desiderio di esplorare il territorio interno della Sardegna, dato che il resto lo conosco abbastanza bene.
Per il momento posso dirvi alcune caratteristiche di una terra che in molte zone ha ancora un'aspetto selvaggio e una varietà di paesaggi veramente notevole. Pensiamo solo che in certe zone devi percorrere diverse decine di kilometri per trovare un centro abitato e ci sono vaste superifici occupate solo dal sottobosco, in cui puoi stare nel silenzio assoluto e goderti il profumo del mirto e del corbezzolo, ripararti all'ombra del ginepro e magari percorrere dune di sabbia alte 30 - 40 metri senza incontrare anima, se non qualche capra o cinghiale...
Per il momento chiudo qui e mi riprometto di aggiungere altro più avanti... anzi, questo bisogna dirlo: ci sono territori simili a pochi kilometri da casa mia: pensate che ancora devo esplorarli, sto parlando di centinaia di ettari sui quali si può circolare su sterrati, mulattiere, tagliafuoco e goni tipo di terreno con pochissime limitazioni. E si sono anche 2 piste da motocross.
Aiò chi andausu in enduro, piccioccusu! (traduzione: forza che andiamo in enduro, ragazzi)
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quillu_perterra
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Oscar
« Risposta #3 inserita:: 29 Aprile 2008, 15:52:12 »

Sulla Sardegna ci sarebbe moltissimo da dire, anche solo dal punto di vista motociclistico; se pensiamo che non essendoci nebbia, gelate e neve (in particolare a quote basse),  si può andare in moto tutto l'anno semplicemente attrezzandosi in modo idoneo. Per esempio io uso la Transalp come mezzo di lavoro per soprallughi nei cantieri, ma anche per muovermi nel traffico cittadino, da gennaio a dicembre. Per non parlare poi delle strade extraurbane che, ad eccezione della superstrada Cagliari - Sassari - Nuoro, sono costituite in maggior parte da curve e in posti panoramici sul mare e sui monti (con quota max 2000 m). Se si percorrono la Bosa - Alghero o Cagliari - Villasimius, o le strade della Costa Verde, la zona di Capo Malfatano (Sud-Ovest) o tantissime altre che non sto qui a citare, ci sono bellezze da restare senza fiato a vederle, magari più avanti inserirò qualche foto che ho scattato io stesso.
Per quanto riguarda il fuoristrada, purtroppo ho poco da raccontare, dato che ho iniziato da qualche mese a praticarlo e la molla che mi ha spinto è sopratutto il desiderio di esplorare il territorio interno della Sardegna, dato che il resto lo conosco abbastanza bene.
Per il momento posso dirvi alcune caratteristiche di una terra che in molte zone ha ancora un'aspetto selvaggio e una varietà di paesaggi veramente notevole. Pensiamo solo che in certe zone devi percorrere diverse decine di kilometri per trovare un centro abitato e ci sono vaste superifici occupate solo dal sottobosco, in cui puoi stare nel silenzio assoluto e goderti il profumo del mirto e del corbezzolo, ripararti all'ombra del ginepro e magari percorrere dune di sabbia alte 30 - 40 metri senza incontrare anima, se non qualche capra o cinghiale...
Per il momento chiudo qui e mi riprometto di aggiungere altro più avanti... anzi, questo bisogna dirlo: ci sono territori simili a pochi kilometri da casa mia: pensate che ancora devo esplorarli, sto parlando di centinaia di ettari sui quali si può circolare su sterrati, mulattiere, tagliafuoco e goni tipo di terreno con pochissime limitazioni. E si sono anche 2 piste da motocross.
Aiò chi andausu in enduro, piccioccusu! (traduzione: forza che andiamo in enduro, ragazzi)
urge il secchio per la bava!!!!!!! sbavo sbavo sbavo sbavo sbavo sbavo sbavo sbavo
Registrato

Daje il GAS!!! che l'ossigeno te lo danno l'infermieri
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #4 inserita:: 13 Maggio 2008, 17:18:41 »

Prima uscita in gruppo e battesimo!
Sabato 3, ore 15,00
La zona è a una 20ina di km da Cagliari, da fare in gran parte sulla litoranea per Villasimius,  in questo periodo ancora poco frequentata dai turisti (in estate in genere nel weekend c'è molto traffico).
Il tempo è splendido: giornata primaverile, soleggiata e con la solita brezza pomeridiana che ti dà sollievo dalla calura pomeridiana.

Arriviamo all'appuntamento in 6, tutti enduristi navigati, tranne me.

Dopo le presentazioni di rito, partiamo per il giro soft: il più esperto del gruppo va avanti su una stradina che costeggia un cantiere della nuova strada per Villasimius e io prendo la stessa direzione cercando di non perdere di vista 2 di loro che si sono offerti di farmi da guida e che stanno coscienziosamente attenti a me. Gli altri ci raggiungeranno, dato che la mia andatura da lumaca condiziona il gruppo.

Io affronto il primo pezzo di percorso, che mi sembra abbordabile, con molta prudenza dato che
non conosco il tipo di terreno, che comunque in questo periodo è abbastanza asciutto e ritengo possa essere scivoloso;
il mio livello di preparazione è da principiante, dato che sono alla mia 5° uscita in off;
è la 2° volta che uso questa moto, anche se mi ci trovo bene nonostante l'esuberanza del motore;
utilizzo per la prima volta dell'attrezzatura che mi appesantisce e limita i movimenti (marsupio con attrezzi, camel bag).

Il percorso è in salita, con curve di media difficoltà, la pendenza non è tanta ma ci sono comunque dei canali scavati dall'acqua, in gran parte al centro della stradina e in molti punti pietre e terriccio che fanno saltellare la moto e riducono l'aderenza.
A un certo punto mi devo fermare perché sono indeciso in un passaggio tra un canale e il bordo della strada, oltre il quale comincia ad esserci un dislivello piuttosto preoccupante,. quindi sposto a mano la moto per posizionarla in modo da ripartire, comunque senza grandi difficoltà e con la presenza costante di qualcuno del gruppo.

La prima tappa è un edificio semi diroccato in mezzo alla campagna, dove ci fermiamo per aspettare altri 3 motociclisti che sono in giro dalla mattina e che arrivano dopo una ventina di minuti. Dopo le presentazioni e aver scambiato 4 chiacchiere, ci rendiamo conto di essere in tanti, ben 9, a questo punto si decide di dividerci in 2 gruppi, uno su un percorso soft e l'altro su qualcosa di più impegnativo.

Ovviamente la mia strada è segnata (faccio per dire) e vado appresso al gruppo del percorso semplice, col più anziano che mi aspetta su ogni variazione di percorso, indicandomi i punti più opportuni sui quali passare; l'ultimo è dietro di me che sta pazientemente alla mia andatura (credo che nel frattempo abbia raccolto fiorellini nel campo per non annoiarsi troppo...)

Arriviamo in uno spiazzo dove alcuni di loro avevano individuato un masso idoneo per fare dei saltini e ci fermiamo per dar modo a chi vuole, di cimentarsi nella prova.
Qui, dopo aver visto saltare diversi, anche con moto più pesanti della mia, dato che non mi sembra ci siano particolari rischi (anche a detta loro, è adatto ai vecchietti :) ), faccio una prova anch'io e ne esco praticamente indenne, a parte la cespugliata e seguente raccolta della moto...
Successivamente si decide di fare una bella salita con discreta pendenza, canale e pietre che a vederla dal basso mi mette abbastanza in apprensione.
Guardo gli altri salire per capire dove mettere le ruote e nel mentre l'amico che sta sempre dietro a me mi incoraggia e rassicura offrendosi di soccorrermi in caso di necessità.
Credo che il sostegno morale e la decisione siano importanti in questi casi, sopratutto quando ti manca l'esperienza e la tecnica...
Ho preso fiato, spunto, inserisco seconda, terza e, stando in piedi sulle pedane la kappona mi ha portato su facendo tu – tu  - tu – tu ... nel tratto finale ho scalato in seconda per non rischiare di far spegnere il motore, dato che ero lento; su c'era chi mi precedeva, guidando con disinvoltura la sua Yamaha, con l'occhio vigile su di me.
Poi salgono tutti gli altri e ritorniamo verso lo Scoglio, dove uno di noi si ferma per la foratura della gomma posteriore.
Si ricompatta il gruppo e, dopo aver gonfiato la gomma col Fast, ripartiamo per riportarci all'edificio della prima tappa, per accompagnare il motociclista con la gomma forata sulla strada del rientro, con la gomma che si sgonfia lentamente.

A questo punto si decide di andare verso una zona paludosa. Io seguo tutto il gruppo che si muove a una certa andatura (sostenuta per me, allegra e divertente per tutti gli altri) percorrendo un terreno a me sconosciuto, in alcuni punti erboso e piatto, in altri forse un po' sabbioso e altri ancora col fondo compatto tracciato da solchi longitudinali, alcuni dei quali abbastanza marcati.

L'amico che mi segue sta pazientemente dietro a me e forse resta un po' arretrato per tenersi margine davanti a sé; Il fatto è che forse ero un po' rilassato ed era sceso il livello di attenzione, la differenza di luce tra una zona d'ombra e una soleggiata nei passaggi tra la vegetazione non mi ha fatto vedere in tempo dei solchi particolarmente insidiosi nei quali si è infilata la ruota anteriore facendo atterrare me e la moto sul bordo della strada.
Sono arrivato a faccia a terra urtando con la mano sinistra che avevo protratto in avanti istintivamente per ripararmi dal colpo.

La scena che si è presentata all'amico che mi ha raggiunto era tra il drammatico e il comico!
Io uscivo a tentoni dalla nuvola di polvere con sul casco impolverato un ammasso di terra, rami e foglie e contemporaneamente cercavo di spegnere la moto che continuava a borbottare...
Lui accenna qualche domanda sul mio stato fisico e quando, anche rassicurato da me, si rende conto che ero tutto intero, l'espressione sul suo viso comincia a passare dal preoccupato al  perplesso, fino a  contrarsi nell'evidente vano tentativo di trattenere il riso...
Cerco di togliermi il casco e a questo punto lo vedo preoccupato... allora penso: forse faccio male, potrei avere qualcosa di grave, magari un trauma cranico e quindi è meglio che lo tenga addosso...?

Quando sto per compiere l'estremo gesto lui mi implora: nooooo!! E' molto meglio che quella roba che hai sul casco la lasci lì!

A quel punto, mentre cominciavo a riprendermi dal trauma della caduta ho realizzato!

Non si poteva perdere una simile occasione!

Rimontiamo in sella e raggiungiamo gli altri per adempiere al dovere di documentare l'evento con le foto di rito, compresi danni sulla moto (leva frizione e paramani).

Il giro è poi proseguito verso un'altra tappa in una zona collinare e quindi verso il fiume e io, con una mano dolorante e la leva spezzata, fortunatamente ho potuto comunque continuare a guidare, stando alle costole dell'amico che più di prima mi prestava attenzione.

Dopo la sosta al fiume, l'arrivo al bar sulla statale e la meritata Birra accompagnata da patatine, con brindisi finale graditissimo per il sottoscritto.

Commenti e impressioni:

compagnia ottima, anche al di sopra delle previsioni... (fino a quel momento li avevo visti solo in foto, nei report dei loro precedenti giri);
giro alla mia portata (non ho detto FACILE!!) nonostante tutti i timori, credo normali in questi casi;
posti bellissimi a me finora sconosciuti;
giro di birra finale, risate e allegria !

E la caduta?
Cito una frase pronunciata dal fondatore del gruppo poco prima del fatto, riferita a chi pratica il fuoristrada, anche soft:
“... se ti distrai, è un attimo e sei a terra”

L'esperienza insegna...

Che dire in conclusione?

Mi prudono di nuovo le mani... ho voglia di sentire di nuovo quelle vibrazioni, quelle emozioni...

Mike

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TENErosco03
Utente non iscritto
« Risposta #5 inserita:: 13 Maggio 2008, 19:59:48 »

Bellissimo racconto!!!!
Questo è lo spirito giusto per iniziare a fare enduro a partire dai compagni. ok
Continua così!!!! si si
Registrato
gv77 mausse
Utente non iscritto
« Risposta #6 inserita:: 14 Maggio 2008, 08:58:07 »

ottimo report! 1000 punti fama!
se c'avessimo + Mike e meno Mirtilli......questi si che sono bei report!!!!  Linguaccia1 ok Pijate spunto da questo ragazzo!

http://www.enduroitalia.com/index.php
Registrato
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #7 inserita:: 30 Maggio 2008, 07:34:57 »

Nessuno fiata? Forse sono tutti impegnati a mettere a punto le moto   smakkiamo!
Comunque, io sono uscito anche sabato scorso ok se volete sapere com'è andata leggete qui   
Sabato arrivo in anticipo all'appuntamento al bar sulla statale per Villasimius, previsto per
le ore 15,00 e trovo due motociclisti che non conoscevo con al
seguito Gas Gas 450 e Honda XR 250. Uno dei 2 mi fa: "sei del nostro gruppo? e io: "ho appuntamento qui per le 15,00, e voi?" ci presentiamo, uno è un esperto endurista del gruppo e l'altro è un amico di Cremona che, venuto qui per lavoro, ne approfittava per fare un giro in off con moto a noleggio.
Scambiamo 2 chiacchiere nell'attesa e nel mentre arrivano altri 4 con GG 300, K 640 LC4, K 525 e Suzuki DRZ 350, con uno di essi scopriamo di esserci già conosciuti in occasione di un meeting a cui abbiamo partecipato entrambi la settimana prima.
Dopo i convenevoli montiamo in sella e partiamo alla volta di una meta classica di questi giri: un piccolo edificio in muratura sulla collina, in mezzo alla vegetazione fitta.
Prima di partire, il pilota del GG 450 aveva rassicurato che avrebbe seguito l'anziano del gruppo  che si era offerto per fare da apripista in quella che era stata definita una passeggiata....
Imbocco la sterrata che porta verso il cantiere della nuova strada per Villasimius per seguire anch'io, supero la zona battuta dai camion e, dopo aver percorso poche centinaia di metri, invece di trovarmi davanti la fila delle moto, la mia visuale è una pista in salita appena visibile a causa della
nuvola di polvere che si alza, sollevata dalle sgommate delle moto lanciate a velocità per me impensabili... il gruppo va veloce con il pilota del Gas Gas 450 che tira come un dannato e l'amico che segue a ruota, nonostante abbia una moto da prestazioni modeste e con gomme
quasi stradali.
Qualcuno si è dimenticato di dirmi che c'era una gara in corso??
Io proseguo alla mia andatura, conscio dei miei limiti, e cerco di ricordarmi la strada che avevo percorso 2 settimane prima per arrivare alla stessa destinazione e dopo un po' mi ritrovo davanti
il K 525 a terra, quasi di traverso alla stradina, col suo conduttore che si accinge a rialzarlo.
Mi fermo, scendo e gli vado incontro ma lui mi fa subito un cenno con la mano, dicendomi che sta bene e che può proseguire, mi avvicino e faccio qualche constatazione sullo stato del terreno quale possibile causa della caduta (inaspettatamente scivoloso perché molto secco, etc...) giusto per rendermi conto meglio della situazione, ma lui risponde in modo pacato e lucido, certo, un po' scocciato ma, dopo qualche controllo alla moto, mi dice che è tutto a posto, sale in sella e riparte. Quindi mi rimetto in moto anch'io. Arrivo alla meta, dove gli altri hanno già messo le moto all'ombra della vegetazione e chiacchierano rilassati. Il motociclista vittima dell'incidente accusa un dolore al piede pestato nella caduta e decide di rientrare, lamentando la mancanza dell'appoggio sull'arto, con conseguenti difficoltà di guida; noi non diamo troppo peso all'accaduto anzi, qualcuno ci scherza su anche per sdrammatizzare ma lui è deciso (giustamente, come capiremo dopo). Lo salutiamo e nel mentre arriva il fratello del pilota del GG 450 e, rilevato un ritardo di quasi
mezzora di altri due che aspettavamo, decidiamo comunque di ripartire, sicuri che ci avrebbero raggiunto all'appuntamento successivo.
Ci dirigiamo verso il Nuraghe e dopo un po' io e il motociclista che cortesemente sta dietro di me, troviamo a un bivio una parte del gruppo fermo e l'amico di Cremona che torna indietro e i
2 "piloti in gara" che essendo sempre avanti al gruppo hanno bruciato la deviazione per il Nuraghe . Durante questa sosta che dura circa una decina di minuti arriva uno dei 2 ritardatari a cui chiediamo che fine avesse fatto l'altro amico che era partito insieme a lui. Scopriamo che lui ci ha trovati perché aveva sbagliato strada e che l'altro con tutta probabilità era già arrivato al Nuraghe, non essendo incorso nello stesso errore del primo dei due.
Morale della favola, i piloti tornano indietro, si riuniscono al gruppo e arriviamo al Nuraghe che il ritardatario era già andato via. A questo punto decidiamo di tornare alla prima meta: io seguo i 2 che hanno il GG 300 e il K 640 su una tagliafuoco che avevo già percorso la volta precedente, poi
giunti a destinazione, i piloti decidono di intraprendere un altro
percorso e ci porgono i saluti con annesse sgommate e impennate... Il
resto del gruppo, composto da me e altri 4 invece punta a un'altra meta ancora più interessante..
Qui il percorso nel sottobosco è per me molto gradevole, l'immersione
nel verde, gli odori, la gimkana per evitare rami e piante; a un
certo punto troviamo dei tratti insidiosi con dei gradini abbastanza
impegnativi da superare ma, in un modo o nell'altro, riesco a tirare
fuori me e la moto (o forse è lei che tira fuori me...), in diverse
occasioni con l'aiuto sopratutto di alcuni del gruppo che mi prestano attenzione. Comunque a
un certo punto arriviamo in una zona all'ombra ai bordi di un torrente, dove ci fermiamo per riposarci un po' e fare 2 chiacchiere.
Dopo una mezzora decidiamo di rientrare, si erano fatte le 18,30, e
riprendiamo la strada all'inverso.

Il finale è come da copione: rientro al bar, birra, patatine, chiacchiere e risate
in buona compagnia.

Bellissimo giro, a parte la caduta dell'amico che, si è saputo in seguito, purtroppo ha riportato la frattura del perone. Un evento sfortunato che sappiamo bene, può succedere in questa disciplina, come in tanti altri sport. Ma del resto tutti i giorni corriamo dei rischi, anche solo muovendoci sulle strade cittadine, per una bella giornata di enduro credo valga la pena di mettere in conto anche questi... cercando ovviamente di limitarli in ogni modo possibile!

Saluti a tutti da Mike  ciao sa

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Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #8 inserita:: 17 Giugno 2008, 21:31:40 »

Ok,
un successone questa discussione! 
Grazie per la partecipazione  OT!
Registrato
gv77 mausse
Utente non iscritto
« Risposta #9 inserita:: 17 Giugno 2008, 23:36:27 »

grande Mike continua così ottimo lavoro!
ti seguo e ti leggo sempre.  si si ok
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