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Autore Discussione: [DAY 5] 91^ ISDE 6 DAYS ENDURO SPAIN ZUNIGA - GASTIANIN - ANCIN 15 OTTOBRE 2016  (Letto 5569 volte)
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« inserita:: 12 Ottobre 2016, 11:00:28 »

POST PRINCIPALE RIASSUNTO SIX DAYS 2016

SOURCE: FIM-ISDE2016.ES

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« Risposta #1 inserita:: 17 Ottobre 2016, 14:22:41 »

FONTE: MOTO.IT

ISDE 2016 Spagna. Day 5. Fuorigioco Spagna e Italia, per gli Usa ora è passerella
16 ottobre 2016 - Ivan Cervantes non riesce a partire e non concluderà la sua ultima 6 Giorni, e la Spagna esce dalla top ten. L’Italia perde Manuel Monni nella prima speciale e Balletti al termine della giornata, e sparisce nel mucchio



Los Arcos, 15 Ottobre. Sicuramente i colpi di scena hanno giocato un brutto colpo a più di una nazione impegnata in questa infernale Sei Giorni Internazionale di Enduro Spagnola. Ricorderemo l’uscita di scena dei campioni in carica australiani, che hanno perso un pilota, Strang, il primo giorno e un altro, Millner, il secondo, ma non dimenticheremo il quinto giorno, nel quale due nazioni sono scese dal podio e sono scomparse nelle retrovie dopo essere state protagoniste assolute di una delle più belle battaglie degli ultimi anni.

Passi per gli spagnoli, ad essere italiani e tifosi, ma non per l’Italia che era l’unica nazione che aveva dimostrato di poter tenere testa alla formazione degli USA che ora vola indisturbata verso una vittoria che solo un ultimo, terribile colpo di scena può vanificare. Ad essere sportivi, invece, c’è da dispiacersi per entrambe le nazioni vittime probabilmente di un regolamento che è troppo duro con una Gara che già di per sé è durissima.

Se prendiamo le due nazioni che dominano la scena del trofeo femminile, per esempio, Australia e Spagna nell’ordine di classifica, notiamo che entrambe le nazioni contano ben cinque risultati “inutili”, e dunque procedono in un equilibrio molto precario che, tuttavia, non danneggia nessuna delle due in modo determinante. Nel caso del trofeo mondiale, invece, la regola della forfettaria di tre ore in luogo di una possibilità di scarto, ha di fatto tolto di scena Australia, Spagna e Italia, privando l’evento del contributo teccnico e di spettacolo, e dunque concreto, di tre nazioni protagoniste.

Manuel Monni



La débacle azzurra è dovuta essenzialmente al ritiro di Manuel Monni, caduto nel corso della prima speciale del mattino. L’ex crossista, fino ad oggi secondo solo all’eccezionale Redondi, e dunque non meno eccezionale, ha riportato la frattura della mano destra, già ridotta in Spagna. L’uscita di Balletti a un controllo orario non cambia molto la sfortunata situazione, rispecchiando, semmai, l’atmosfera di delusione diffusa nel clan azzurro e tra i tifosi.

Ivan Cervantes era invece caduto ieri, e non è stato in grado di rientrare stamani in gara, sottolineando così in rosso quella che dovrebbe essere la sua ultima partecipazione alla Sei Giorni, a meno che non ci ripensi, per consentire al fuoriclasse spagnolo di concentrarsi sul suo futuro nei Rally e alla Dakar.

La giornataccia di Navarra interrompe definitivamente, non vogliamo pensare ad altri colpi di scena quando manca ormai solo la disputa della tradizionale prova di Motocross prima che la già troppo sfortunata Sei Giorni vada in archivio, la magnifica battaglia mandata in scena dal tiratissimo confronto tra USA e Italia.

Il podio ancora incerto della quarta giornata, con l’Italia a un minuto e venti e la Spagna a tre minuti e venti è solo il ricordo di una bella Sei Giorni. Quella forse non meno bella, ma sicuramente meno avvincente, vede ora gli USA in completa solitudine, tre minuti davanti alla Gran Bretagna più volte data per spacciata, e mezz’ora sulla repubblica Ceka che ha promosso a pieni voti e fatto scoprire l’astro nascente Jaromir Romancik.

Dal punto di vista individuale, oggi nuova vittoria del fenomeno spagnolo Josep Garcia, che dedica il successo a Cervantes, ma in testa resta Taylor Robert, 12 secondi sull’australiano Sanders, 36 su Garcia e poco più di un minuto sul formidabile Giacomo Redondi, ancora terzo assoluto nella quinta giornata di gara.

Taylor Robert



E va bene, l’accorato appello per la gara di Gritti passata sotto silenzio ottiene il suo effetto. Va bene, Alessandro Gritti è forse il nostro campione più rappresentativo, l’emblema di una classe insuperata in una disciplina “tutta nostra”, che per decenni non ha trovato una collocazione temporale precisa e definitiva, solo perché è quello che accade alle Leggende. Se devo dirla tutta il fatto che Gritti partecipi alla Sei Giorni non mi fa meravigliare, così come sono sicuro non fa meravigliare la maggior parte di voi che, come me, lo ritengono un campione e un fuoriclasse senza tempo. Per il resto sono d’accordo, il solo fatto di esserci, al di là della posizione di classifica, trecentesimo al termine della 5° giornata di gara, è una pagina dell’epopea della nostra Regolarità. Il fatto che non se ne parlasse, tuttavia, aveva una ragione precisa. Scaramanzia. Siamo d’accordo?
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